giovedì 26 aprile 2012

Rimborsi elettorali. I Partiti intascano 5 euro a voto

di Fabio Leli


“Fuori i soldi dalla politica”
Il motto del MoVimento 5 Stelle non è bizzarro spot elettorale. Della coerenza facciam virtù. Certo è che chiamare rimborso elettorale una cifra molto superiore alle spese elettorali sostenute dai Partiti è una truffa. O tutti hanno utilizzato la bicicletta per andare ai comizi oppure è sicuramente un bluff. Analizzando i dati, siamo di fronte ad un uso disonesto o quantomeno goffo dei finanziamenti pubblici. Ma non è questo il punto nodale per il MoVimento 5 Stelle.

Il finanziamento pubblico ai Partiti è una delle modalità, assieme alle quote d'iscrizione e alla raccolta fondi (fund raising ndr.), attraverso cui i Partiti politici reperiscono i fondi necessari per finanziarsi. Senza voler entrare nel merito del tesseramento o delle donazioni, il referendum dell’aprile ‘93 sancì da parte degli italiani la ferrea volontà di abrogare il finanziamento pubblico ai partiti, ma ad oggi nulla è cambiato.
La profezia di Orwell in cui si affermava che il Potere si sarebbe impossessato persino delle parole, per controllare e dominare la popolazione al fine di mantenere saldo lo stato di sottomissione delle genti, ha effettivamente trovato riscontro nell’attuale forma sociale laddove, nella neolingua orwelliana, la parola finanziamento si traduce in rimborso, l'inceneritore si tramuta in termovalorizzatore e diritto di voto noi lo interpretiamo in 5 euro per le casse dei Partiti.

A prescindere dal colore politico, l’aver ignorato il volere popolare pone di per sé tutti i Partiti politici, di ieri e di oggi, in una condizione di disonestà morale di fronte agli occhi degli italiani.

Poi, in un momento in cui l’Italia è in recessione, nello stesso giorno vengono pubblicate due notizie l’una in antitesi con l’altra: nella prima si dice che il Presidente Monti ha autorizzato l’acquisto di 400 nuove autoblu per una cifra complessiva di 10 milioni di euro ; nella seconda che il Governo italiano ha bocciato l’istituzione di un fondo da 150 milioni di euro per i disabili gravi nel momento in cui restano senza familiari
Ecco che, l'accorato appello agli italiani di Napolitano di diffidare “dalla campagna contro i Partiti” “senza finire per dar fiato da qualche demagogo di turno” diventa per noi sinonimo della impossibilità dell’attuale classe dirigente di proteggere e di curare gli interessi degli italiani, nella misura in cui la parola crescita - nella neolingua - si converte in disoccupazione strutturale. E' ovvio che nel momento in cui un’azienda cresce non avrà più bisogno degli operai in quanto il loro lavoro sarà facilmente sostituito da una macchina. Perciò, che l’Italia cresca o non cresca, chi ne pagherà le conseguenze sarà sempre il singolo uomo e la singola donna.


Sovvertire l'ordine costituito è il nostro impegno. Il nostro successo sarà misurato soltanto dal grado di partecipazione popolare perché il MoVimento 5 Stelle non è altro che un ideale di società. All'attuale forma sociale fondata sulla delega, il MoVimento promuove un Anti-Sistema retto dalla partecipazione, ossia dalla Democrazia Diretta.
Ma loro non si arrenderanno mai (e gli conviene?). Noi neppure.

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