mercoledì 25 aprile 2012

La (dis)occupazione in Italia: la favola e il dramma

di Giuseppe Colangelo

Il presente articolo pone al centro dell’attenzione alcuni dati forniti dalle indagini condotte dall'Istat sulla forza lavoro e sul fatto che molto difficilmente tali numeri descrivano adeguatamente la realtà quotidiana.


[ Fonte: www.lavoce.info ]

Nel precedente grafico è riportata la disoccupazione giovanile in costante aumento come la disoccupazione più in generale. Ma siamo veramente sicuri che la realtà sia soltanto questa? 
Non è inusuale, ad esempio, che i Mass Media insistano sul fatto che la disoccupazione sia un grave problema, ma che tale dramma sia invece da ridimensionare perché i dati forniti dall'Istat attestano che il tasso della disoccupazione totale in Italia si aggira soltanto intorno al 9,2%, mentre la disoccupazione media in Europa è al 10,3%. 
Quindi, per assurdo, gli italiani "stanno bene", ma sappiamo benissimo che non è così che stanno le cose. Ce ne accorgiamo ogni giorno di più, abbiamo amici e parenti che sono in cerca di lavoro da tempo, gente in cassa integrazione, etc... 

Vediamo più nel dettaglio come vengono svolte queste indagini statistiche. Gli “occupati” comprendono le persone dai 15 anni in su che, nella settimana in cui viene condotta la rilevazione, abbiano svolto almeno UN’ORA di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura. Significa che, se una persona in quella settimana ha iniziato a lavorare in un call center e magari ha capito che non fa per lui/lei, di fatto viene conteggiato come occupato. In Puglia sappiamo benissimo che andando su internet per cercare lavoro, ad oggi, la stragrande maggioranza delle offerte di lavoro è presso call center o presso qualche agenzia di commercio, porta a porta, nella speranza di vendere e/o stipulare contratti telefonici, elettricità, gas e quant'altro. Chiaramente, sono tutti lavori supportati da un corrispettivo monetario insufficiente per vivere una vita dignitosa. In più, l’Italia è al secondo posto in Europa come esportazione di capitale umano dopo la Romania; cioè i rumeni emigrano altrove perché insoddisfatti del loro Paese e subito dopo ci siamo noi. 
Immaginiamo, se tutta la gente che è scappata dal nostro Paese fosse rimasta in Italia, a quanto ammonterebbe la disoccupazione?

Eppure oggi ci viene detto che il Governo Monti sia la panacea per risolvere tanti problemi. E i Partiti? Loro cambieranno nome mantenendo salde le stesse persone che hanno portato gli italiani alla catastrofe e l'Italia al fallimento. Alle prossime elezioni magari ci diranno che sono diventati più responsabili, che le cose andranno meglio. Ci racconteranno un'altra favola mentre noi vivremo il  solito dramma. 
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

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